Il recente disegno di legge, accolto con entusiasmo bipartisan dalla X Commissione di Palazzo Madama, ha illuminato lo sport come strumento di medicina preventiva. Daniela Sbrollini, senatrice di Italia Viva, ha lanciato una proposta che potrebbe rivoluzionare la nostra concezione dell’attività fisica. Sbrollini proclama: «Lo sport è un ‘farmaco’ privo di effetti collaterali, benefico a ogni età. Vogliamo permettere a pediatri e medici di prescrivere attività fisica, offrendo alle famiglie detrazioni fiscali tramite il 730. Speriamo che, recuperando parte dell’investimento, le persone siano incentivate a dedicarsi ad attività salutari.»
La sedentarietà non è un problema esclusivo dell’Italia. Secondo l’Eurobarometro, il 45% degli europei non pratica alcuna attività fisica. L’Istituto Superiore di Sanità, seguendo le direttive dell’OMS, raccomanda agli adulti e agli anziani di impegnarsi in attività fisica moderata per 150-300 minuti settimanali, o vigorosa per 75-150 minuti.
La proposta di rendere lo sport detraibile nel 730 è ancora in attesa di approvazione definitiva. Intanto, i genitori con figli tra i 5 e i 18 anni possono già usufruire di uno sconto Irpef del 19% sulle spese per iscrizioni a piscine, palestre e impianti sportivi dilettantistici.
Il disegno di legge, sostenuto da esponenti di maggioranza e opposizione, mira a far sì che le famiglie possano recuperare parte dei costi per l’attività sportiva, trattandola come un farmaco da prescrizione. Pediatri, medici di base e specialisti potranno includere lo sport nelle loro prescrizioni, riconoscendolo come una “medicina” benefica per tutte le età.
Secondo l’Eurobarometro del 2022, il 45% degli europei era inattivo, con solo il 3% degli italiani che dichiarava di fare esercizio fisico regolarmente, la metà della media europea. L’inattività ha effetti deleteri sulla salute: uno studio congiunto OMS-Ocse ha evidenziato che 150 minuti settimanali di attività fisica potrebbero prevenire 11,5 milioni di casi di malattie non trasmissibili.
Nei prossimi 25 anni, l’OCSE stima che l’attività sportiva potrebbe prevenire in Europa 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e oltre 400mila casi di tumori. Sul fronte economico, l’inattività potrebbe costare all’Italia 1,3 miliardi di euro entro il 2050, sottolinea Sbrollini.
Sbrollini, presidente dell’intergruppo parlamentare su obesità, diabete e malattie croniche, insiste sull’importanza di riconoscere il valore formativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva. «Dobbiamo porre la prevenzione delle malattie croniche al centro dell’agenda politica.»
Per i genitori con figli tra i 5 e i 18 anni, è già possibile ottenere una detrazione Irpef del 19% sulle spese sportive, fino a un massimo di 210 euro per figlio. La detrazione è piena per redditi fino a 120mila euro, decrescendo fino a 240mila euro. Tuttavia, l’agevolazione esclude le attività svolte presso società di capitali o enti non riconosciuti dal Coni.
Le spese per l’attività sportiva dei figli possono essere rimborsate dai datori di lavoro nell’ambito di piani di welfare aziendale, ma solo se svolte nell’ambito di iniziative scolastiche. Fuori dal contesto scolastico, tali somme non godono dell’agevolazione e sono tassate secondo la normativa vigente.